sabato 7 settembre 2013

Il momento del risveglio: la piena Coscienza

Dopo una lunga pausa di due mesi dovuta agli esami, e al mio girovagare senza wifi tra l'amata Vernazza e un tour da campeggiatori per tutta Corsica, si ricomincia...E questa volta lo facciamo in puro stile mistico!
Ho finalmente avuto il tempo di dedicare la mia concentrazione nel terminare il libro di Daniel Odier " Tantra. L'iniziazione di un occidentale all'amore assoluto", del quale avevo già scritto in un precedente post riguardo alcune considerazioni sul vuoto. Ho trovato estremamente interessante  tutto il libro perché spiega bene ai "laici" del pensiero Shivaita in che cosa consista il Tantra sotto forma di un racconto di iniziazione autobiografico, il che lo rende piuttosto scorrevole e comprensibile.
In merito a questo ho pensato che fosse particolarmente bello questo stralcio che riguarda il momento del risveglio e la frenesia dei pensieri che si affollano nella mente non appena prendiamo coscienza che non stiamo più dormendo. Odier suggerisce invece di non farsi prendere subito dall'agitazione di pensare appena svegli a cosa ci aspetterà durante la giornata, a non lasciarsi invadere dalle preoccupazioni e dal desiderio di essere sin da subito produttivi, ma piuttosto di percepire in tutte le sue sfaccettature l'esperienza del risveglio della Coscienza e di poter godere appieno del senso di vuoto che tal momento ci regala. In questo modo potremmo saremo sicuramente più propensi ad affrontare col giusto ottimismo e slancio la nostra giornata e i nostri frenetici pensieri. 

"La pratica della Meditazione si accompagna a quella della piena Coscienza, che ci fa scoprire una cosa meravigliosa: vi sono, in qualsiasi vita, ogni giorno, numerose occasioni di stupirsi e di provare gioia e pienezza. Basta essere attenti. Di solito, dopo il momento del risveglio, lo spirito prende il suo ritmo indiavolato prima che noi abbiamo potuto gioire della minima tranquillità. Ci alziamo, lo spirito gira a pieno regime e la vita comincia a sfuggirci. Facciamo tutto macchinalmente. Mentre le nostre mani agiscono e le nostre gambe ci portano, mentre prepariamo la prima colazione e la consumiamo, aggiungendo talvolta una terza attività, non siamo affatto in piena Coscienza. Mandiamo giù tartine, beviamo il caffè, pensiamo a quello che dobbiamo fare, ascoltiamo le informazioni, sfogliamo un settimanale, ci precipitiamo sotto la doccia ecc. Fare dopo il risveglio l'esperienza della piena Coscienza è accessibile a tutti. Coloro che ci provano ne traggono un piacere che li sorprende. Ogni attività è compiuta con attenzione e con calma lascia un'impressione di pienezza che influisce su tutta la nostra giornata. Alzarsi e fare colazione in piena Coscienza non prende più tempo che il lasciarsi andare alla nostra frenesia naturale. Al contrario, questo non vuol dire che dobbiamo diventare sordi e muti, tagliati fuori dalla vita ambientale, tesi e concentrati sulla nostra tartina. Questo vuol dire che approfittiamo a pieno di tutto quello che ci è dato. "


Una sfida difficile quella di non pensare, ma sicuramente potrebbe solo che farci bene no!?

Nessun commento:

Posta un commento